Le Migrazioni in
Italia e in Francia
Breve storia dell'immigrazione in Francia

Festa dell'indipendenza dell'Algeria nello slum di La Folie a Nanterre. Foto scattata da Monique Hervo © Monique Hervo
01. Francia, antica terra di immigrazione
La Francia ha da tempo accolto sul suo suolo numerosi flussi migratori, si segnala in particolare dal III secolo l'insediamento di popolazioni celtiche e poi germaniche. Nel Medioevo ha accolto teologi, mercanti provenienti dall'Italia, dalla Germania e dalle Fiandre e lavoratori stagionali. I re si circondano anche di consiglieri provenienti da altre parti d'Europa, e gli immigrati diventano indispensabili, soprattutto come pittori, musicisti, servitori, pescatori e mercenari.
Ma è dall'emergere del concetto di Nazione nel XIX secolo e quindi del sentimento nazionale francese che identifichiamo lo "straniero" con una differenza di nazionalità, contrapposta al "cittadino". Dalla Terza Repubblica, l'immigrazione creata dalla necessità di manodopera e di soldati divenne oggetto di dibattito pubblico e contrapposizioni cristallizzate, tra attrazione e rifiuto. L'immigrato viene spesso presentato come un concorrente per i dipendenti francesi ma anche come fattore di insicurezza.
02. Inizio della massiccia emigrazione dal XIX secolo e dall'unificazione
All'epoca, la Francia diventa terra di asilo politico con l'arrivo di attori italiani del Risorgimento, poi di oppositori al fascismo. Più tardi, inoltre, si registra l'arrivo di russi, ebrei dall'Europa orientale e armeni.
Ma durante la Rivoluzione industriale, il rallentamento demografico e la necessità di manodopera, in particolare nei settori industriali più difficili (estrazione mineraria, metallurgia), causaronno un massiccio afflusso di immigrati dai paesi vicini. Significativo l'arrivo di lavoratori belgi, ma anche spagnoli, tedeschi, svizzeri e italiani, quest'ultimi costituendo la più grande popolazione straniera nel 185. Nel 1911 gli italiani rappresenteranno il 36% della popolazione straniera con 420.000 persone, cifre che non includono le migrazioni transalpine stagionali.
Questi operai italian svolgevano spesso i lavori più duri e poveri, e provocavano talvolta violente ostilità (cfr massacro di Aigues-Mortes) e subivano discriminazioni e soprannomi beffardi. Tuttavia, sembravano ancora "bravi immigrati", a differenza di quelli delle colonie.
03. Seconda ondata di immigrazione (1914-1939)
Durante la Grande Guerra, la necessità di manodopera straniera segnò l'inizio di una significativa immigrazione dalle colonie, in particolare dal Maghreb. La Francia reclutò nordafricani, indocinesi e cinesi per lavori pericolosi e mobiliterà per la guerra 600.000 "tirailleurs senegalais" provenienti principalmente dall'Algeria.
Il periodo tra le due guerre e la necessità di ricostruzione porteranno all'arrivo di una forza lavoro dal Nord Africa, dall'Italia e dall'Est Europa, in particolare dalla Polonia. Gli stranieri aumentaronno notevolmente, passando da 1,5 milioni nel 1921 a 2,7 milioni nel 1931, ovvero +90%.
Durante la seconda guerra mondiale, il regime di Vichy considerava gli stranieri indesiderabili e li rinchiudeva in un campo di lavoro forzato, li denaturalizzava o li consegnava allo stato di origine, in caso di profughi politici.
04. Terza ondata di immigrazione: dopo la seconda guerra mondiale
Nel dopoguerra, la ricostruzione e l'industrializzazione del Paese attrassero un numero crescente di stranieri, ma gli arrivi nel territorio rimasero inferiori rispetto al periodo prebellico. Lo Stato vuole ora riprendere il controllo della politica migrataria al settore privato. Nel 1945, defini le condizioni per l'accesso alla nazionalità francese. L'immigrazione italiana diminuisce a favore di quella portoghese e spagnola, oltre a quella delle colonie e poi delle ex colonie francesi. La guerra d'Algeria nel 1954 segnò l'inizio di un significativo afflusso di algerini.
Gli anni '60 sono stati un periodo importante nella storia dell'immigrazione poiché si sono verificati cambiamenti nella definizione dello status giuridico di un immigrato, in particolare con il diritto di asilo definito dall'ONU. Sono state create anche strutture sociali, ad esempio, per aiutare i lavoratori algerini, molti dei quali vivono in alloggi di emergenza e baraccopoli malsane.
Nel 1967 è stato istituito il ricongiungimento familiare, che consente a un cittadino straniero, in possesso di un valido permesso di soggiorno, di essere raggiunto dai suoi familiari. Negli anni '80 seguì una politica di massiccia regolarizzazione.