Le Migrazioni in
Italia e in Francia
Cambiamento di paradigma in Italia

Una barca che trasporta più di 400 migranti, al largo di Lampedusa. - EPA
Dagli anni '80 l'Italia è diventata un paese di immigrazione. Quali sono le nuove problematiche legate a questo capovolgimento della situazione?
"«Cari italiani, siete razzisti » e il titolo del Corriera della Sera del 17 maggio 1988, uno dei quotidiani italiani ad alta alta diffusione. Titoli simili compaiono anche sugli altri quotidiani. È la prima volta che la parola razzismo aparre in prima pagina e che i media puntano i riflettori su questo fenomeno [...]
Già dall'inizio degli anni '80 l'Italia ha dovuto far fronte al massiccio afflusso di manodopera a basso costo, che si è insediata in varie regioni per occupare molteplici funzioni. In Sicilia, i nordafricani sperano di unirsi ai pescherecci; in Campania gli stranieri di varia provenienza aspettano di essere assunti come braccianti agricoli stagionali e vivono in affollate baraccopoli. Nelle grandi città, i disoccupati e i senzatetto cercano rifugio in dormitori temporanei mentre le colf sudamericane o filippine dormono sui divani del soggiorno e affidano i propri figli ad asili nido caritatevoli. Nelle piccole industrie del Nord, che stanno beneficiando di un recente boom economico, troviamo un numero esiguo di lavoratori sparpagliato ma in costante aumento. In Toscana una minoranza di cinesi si organizza in laboratori artigianali. Un po' ovunque vediamo venditori ambulanti nordafricani o senegalesi sulle piazze e sulle spiaggie, nomadi alla ricerca di una vita sedentaria sempre più precaria. Forse i meno numerosi, sicuramente i più visibili, hanno già un nome: i vu'cumpra', “vuoi comprare? », Un neologismo significativo che mette in bocca allo straniero una frase napoletana mai pronunciata da nessun mercante italiano o napoletano, come se un marocchino (altro termine per designare il povero immigrato, più frequente di quello, tuttavia presente, di nero), per accedere alla nostra lingua, non potesse che passare attraverso il dialetto "meridionale" per antonomasia, il napoletano. La responsabilità dei marocchini nella contaminazione da AIDS e nel narcotraffico comincia ad affermarsi nell'immaginario collettivo. "
Clara Gallini, messa in scena del razzismo italiano, 1991
L'Italia è diventata oggi una delle principali vie di ingresso in Europa per gli immigrati. Questo fenomeno è iniziato negli anni '70 quando abbiamo assistito alle prime migrazioni postcoloniali. L'Italia è una destinazione privilegiata con pochi vincoli in quanto non ha una normativa per il controllo degli afflussi.
Nessuna azione è stata intrapresa fino al 1986, quando si è deciso di regolarizzare gli stranieri già presenti. L'Italia, poco abituata a questa situazione, ha avuto difficoltà in un primo momento a trovare una vera politica di immigrazione.
Negli anni '80 ci sono stati arrivi dal Mediterraneo meridionale (Tunisia, Marocco, Egitto) e dall'Africa occidentale (Nigeria, Senegal, Ghana, Mali). Con l'arrivo di albanesi e rumeni partirà anche l'immigrazione dall'Est Europa, che oggi costituisce la prima comunità straniera in Italia.
A questa immigrazione si accompagna in Italia una crescente politicizzazione della questione e una polarizzazione del dibattito: dagli anni '90 la Lega Lombarda denuncia un' "invasione" di immigrati e chiede una regolamentazione. L'opinione pubblica è sensibile all'imaginne di insicurezza veicolata anche dai media, nonostante la forza incontenstabile che gli immigrati rappresentano per l'economia italiana.
La crisi migratoria degli anni 2010 ha colpito duramente l'Italia, che si trova sulla rotta centrale che porta i migranti dalla Tunisia e dalla Libia verso l'Europa. Tra l'altro favorirà l'ascesa dei partiti populisti, e oggi quasi un italiano su tre non vorrebbe più vedere gli stranieri. Il razzismo in Italia è molto presente ma complesso, in particolare assume un carattere diverso da quello francese, da tempo abituato ad essere un paese di immigrazione multiculturale. La difficoltà di integrazione di questi immigrati si riscontra anche nella disparità di accesso all'alloggio: molti stranieri sono senzatetto o subiscono discriminazioni poiché pagano alloggi in condizioni precarie a costi esorbitanti. Tuttavia, segnali incoraggianti come il ruolo crescente del lavoro autonomo e dell'imprenditorialità tra i migranti ma anche la presenza di un numero sempre maggiore di famiglie dimostrano una crescente integrazione di queste popolazioni nella società italiana.
Con l'invecchiamento della sua popolazione, l'Italia dovrebbe apparire nei prossimi anni sempre più come una terra di accoglienza per gli immigrati.